Il ruolo dell’assistente ecclesiastico del gruppo Fuci
Questa sfida concerne il ruolo dell’assistente spirituale, e dunque riguarda tutte le realtà fucine. Proprio perché lo statuto della Fuci non entra nello specifico, limitandosi a menzionarlo come colui che accompagna e sostiene il cammino spirituale, il ruolo dell’assistente non è di fatto mai stato precisato.
Una situazione simile rappresenta una sfida poiché la figura dell’assistente è certamente di grande importanza, e il modo in cui questa si inserisce nelle dinamiche del gruppo inevitabilmente ne influenza gli equilibri. Nasce dunque il rischio che l’assistente diventi la principale fonte di iniziative, o colui che “traina” l’intero gruppo e lo tiene insieme. Questo, però, andrebbe a minacciare l’intera esperienza fucina, che mira a mettere in primo piano gli studenti, che sono, individualmente e come gruppo, i veri protagonisti della loro esperienza. Oppure ancora, potrebbe non fornire il giusto tipo di supporto ai fucini.
Sarebbe bene che l’assistente non si ponga davanti ai ragazzi ma al loro fianco, occupandosi di verificare che la rotta del loro cammino sia quella giusta, fornendo gli strumenti giusti per leggere la realtà, aiutandoli a fare sintesi tra ragione, cultura e fede, garantendo la loro crescita personale e umana, a partire da loro. Proporre inoltre la fede in un modo “alto” potrebbe essere d’aiuto ai giovani “cercatori di Dio”, dal momento che tendono a non accontentarsi di “semplificazioni”, ma desiderano conoscere nel profondo la realtà, anche spirituale, nella quale sono immersi.
In che modo l’assistente può accompagnare il gruppo, fornendo il giusto supporto ai fucini?
Il coordinatore spirituale potrebbe anche essere esterno al gruppo e non necessariamente un sacerdote. Magari un diacono o un educatore appartenente ad altre realtà associative, purché sia un passo più avanti nella propria vita di fede rispetto ai giovani del gruppo.